Qualcosa sta cambiando nel mercato degli NFT, finora in crescita continua ed esponenziale.
Con gli inizi di aprile 2021, Bloomberg ha registrato una netta inversione del trend, con i prezzi medi degli NFT diminuiti in un sol giorno del 70% rispetto a gennaio.
Axios ha già interpretato questa improvvisa e inaspettata battuta d’arresto come segnale evidente che abbiamo varcato il punto di non ritorno. Secondo l’agenzia, il divario tra valore artistico e finanziario degli asset digitali è ormai tale che si può ufficialmente parlare di bolla speculativa.
Non è questa però l’opinione di alcuni tra i massimi esperti italiani di Blockchain. Intervistati da Alessio Foderi di Wired Italia, pongono la questione in termini molto diversi.
Per Francesco Bruschi e Vincenzo Rana, co-founders di KNOBS, così come per i partner di 42LawFirm, siamo piuttosto alle soglie di una nuova fase, fondamentale, di riflessione e assestamento. Gli NFT restano una grande opportunità ed un’interessante forma di investimento. Il loro rapido affermarsi e questo momento di crollo apparente impongono però una riflessione sulle incognite di questo mercato e della tecnologia blockchain in generale.
Qual è il nodo cruciale?
Manca ancora, ad oggi, una regolamentazione sul piano giuridico e tech che tuteli in modo inequivocabile il possesso di un bene digitale e del suo copyright, e protegga identità e diritti degli utenti, quali privacy e possibilità di recesso, così come l’autenticità di un’opera dai rischi di contraffazione e potenziale riproduzione infinita.
In altre parole, mancano strumenti normativi in grado di tenere in equilibrio dinamiche blockchain e off-chain e di risolvere criticità legali, anche sul piano finanziario e fiscale.
Alcuni strumenti in realtà già esistono: smart contract, oracoli, wallet non custodial o protocollo IPFS. È necessario però svilupparli ulteriormente e crearne di nuovi.
Solo così sarà possibile costruire un mercato solido, fondato su un chiaro quadro legale e tecnologico e cogliere appieno le opportunità generate proprio dalla sua natura dinamica, fluida e con potenzialità di sviluppo pressoché infinite.
Le prime soluzioni legaltech schiudono orizzonti molto interessanti.
Costruite per il mondo musicale, ma applicabili a tutto l’ambito artistico sono, in particolare:
– l’idea di Lucia Maggi, ad di 42LawFirm, che ipotizza la creazione di clausole per limitare il valore e il possesso di un NFT nel tempo (utili, ad esempio, per il ticketing dei concerti)
– la proposta di Francesco Bruschi e Vincenzo Rana che, partendo da DeMusic, piattaforma di streaming musicale su blockchain di KNOBS e BCode, immaginano la ridistribuzione del valore attraverso la tokenizzazione della singola opera e la sua divisione in più NFT.
Due principi cardine sembrano farsi strada: da un lato, la scomposizione del valore in più NFT, in modo che tutto sia registrato e sempre tracciabile, e dall’altro la consapevolezza che a plasmare il futuro saranno l’intreccio e l’integrazione sapiente di mondo digitale e reale, destinati a diventare interconnessi e assolutamente complementari.
Ecco il link per l’intervista integrale:
https://www.wired.it/economia/finanza/2021/04/19/nft-legale-regole-contratti