Raccolti in una scatola di latta o di velluto, tenuti in una tasca speciale del portafoglio o semplicemente sparsi in un cassetto: chi di noi non ha una raccolta di souvenir, biglietti e piccoli oggetti che custodisce gelosamente perché rappresentano il ricordo di esperienze, viaggi e momenti importanti della vita?
Ecco.
I POAP possono essere descritti come l’evoluzione digitale della nostra scatola dei ricordi.
Naturalmente sono questo sì, ma anche molto di più.
Partiamo con ordine.
Prima di tutto, sai cosa significa la parola POAP?
POAP sta per Proof of Attendance Protocol, espressione che indica sia gli attestati digitali in versione NFT che l’omonimo protocollo e piattaforma open-source che permettono di crearli e collezionarli su blockchain.
Come certificati digitali, i POAP hanno tutte le caratteristiche dei collectible token.
Li incontriamo sempre più frequentemente nelle nostre esperienze quotidiane, in presenza o virtuali, perché possono essere utilizzati, appunto, come “prova di presenza” nel caso della nostra partecipazione ad un evento o ad un corso, del nostro ingresso in un negozio, dell’acquisto di un prodotto o delle nostre interazioni con un brand sui social media.
Li potremmo descrivere come il badge digitale che permette di:
tutto in forma “tokenizzata” ossia digitalizzata, portata su blockchain e trasformata in collectible.
Da un punto di vista tecnico, i POAP sono token ERC-721 mintati attraverso lo smart contract del Proof of Attendance Protocol su Gnosis Chain, una sidechain di Ethereum che ha il vantaggio di una maggiore velocità e di fee di transazione più economiche.
In quanto tali, hanno caratteristiche di:
Ogni POAP ha un numero di serie unico e non è intercambiabile
Hai ragione…queste sono esattamente le caratteristiche degli NFT.
Ma, allora, cosa rende un POAP così speciale?
Tutti i POAP sono NFT, ma non tutti gli NFT sono POAP.
Per essere qualificato come POAP, infatti, un token non fungibile deve avere tre requisiti fondamentali:
Tutto chiaro tranne forse il terzo requisito, vero?
Vediamolo meglio insieme.
E per farlo facciamo un piccolo salto indietro nel tempo.
Quando sono nati i POAP? E perché?
Nessuna identità misteriosa né biografie che si confondono con il mito.
In questo caso abbiamo un nome, un volto e perfino una data.
Ad inventare il concetto di POAP è stato l’argentino Patricio Worthalter, che nel 2018 ha iniziato ad immaginare e progettare la creazione di un ecosistema che, grazie alla digitalizzazione e alla blockchain, permettesse di custodire i ricordi in rete in modo sicuro e duraturo nel tempo.
Tutti i POAP che oggi sviluppiamo o custodiamo nei nostri wallet vengono creati unicamente grazie al protocollo omonimo, posseduto e amministrato dalla compagnia statunitense POAP Inc., di cui Patricio è fondatore.
Tra i primi a sperimentarne l’applicazione, nel febbraio 2019, i pionieri della ETHDenver Convention, il più grande hackathon Web3 ed evento di coding no-stop al mondo.
Come funzionava il claim?
Aprendo un browser Web3, i partecipanti avevano la possibilità di accedere ad un sito ospitato nella rete wifi locale – e non altrimenti accessibile da internet – e da lì riscattare in esclusiva il loro POAP.
Da allora, i POAP hanno percorso una lunga strada, costellata di crescenti successi.
Tra le tappe storiche l’emissione, a fine 2021, del POAP di Adidas, riservato agli utenti dell’App CONFIRMED e valido come badge per l’accesso in anteprima al drop NFT “Into the Metaverse”, o la partnership stretta nel 2022 tra l’azienda di Patricio e Warner Music Group, che aveva deciso di offrire ai fan, come riconoscimento per il loro supporto, una serie di NFT ricordo dei concerti dei loro artisti preferiti.
Da allora, molte altre compagnie e brand di fama internazionale hanno scelto di utilizzare i POAP per creare nuove modalità di interazione con la propria community e hanno stretto accordi con POAP Inc.
Giusto per citarne un paio, che sicuramente conosci: Budweiser e US Open.
Pensa che il numero di POAP mintati ad oggi sfiora i 7 milioni e gli oltre 31.000 issuer, con una media di 8 drop al giorno.
Ti starai probabilmente chiedendo a cosa è dovuta quest’adozione così rapida e trasversale.
Abbiamo già visto che i POAP possono essere utilizzati per certificare la partecipazione ad un evento o il conseguimento di un risultato, accademico o lavorativo, ma anche come ricordo digitale e collezionabile di un’esperienza.
Ma la loro funzione si esaurisce qui?
Immagina le tante esperienze in cui puoi trovarti coinvolto nella tua vita quotidiana, fisica o virtuale.
Oltre a voler documentare la tua partecipazione ad un concerto, uno spettacolo o un’esperienza per te indimenticabile, potrebbe capitarti, ad esempio, di dover certificare il completamento di un percorso formativo o professionale o, cambiando completamente scenario, di un ciclo vaccinale, giusto?
Come puoi farlo in forma semplice, trasparente, immediata e in modo da avere sempre i documenti con te in un archivio digitale?
Esatto, hai centrato la risposta: in modo molto semplice…
…attraverso i POAP!
Acquisire certificati in forma di NFT POAP ti consente di costruire gradualmente un tuo personale archivio di ricordi, traguardi, risultati raggiunti, esperienze vissute, tutti in forma digitalizzata e protetta perché su blockchain.
Quindi il valore dei POAP è puramente pratico?
No, non sarebbe corretto dirlo o, almeno non renderebbe giustizia al ruolo che possono rivestire.
I POAP possono, infatti, anche portare vantaggi dal punto di vista “sociale”, poiché permettono, ad esempio, a chi li possiede di documentare la propria trust, la propria fedeltà ad un brand, un’azienda o un artista o il proprio coinvolgimento nelle esperienze di una community, fisica o virtuale che sia.
Chi sono i principali fruitori dei POAP?
La risposta immediata è semplice: chiunque!
Può, cioè, utilizzarli chiunque, lato brand/azienda, voglia consolidare il rapporto con i propri utenti e condurli in un percorso di crescente fidelizzazione, e chiunque, lato user, desideri aprire alle proprie esperienze le porte del Web3 e digitalizzare ricordi e certificazioni, portandoli su blockchain.
Proviamo, però, a capire meglio e in modo più concreto, cambiando l’angolazione della domanda.
In quali contesti l’utilizzo dei POAP è più diffuso?
Ecco i due campi di applicazione ad oggi più popolari.
ETHDenver 2019 è stata una delle prime fondamentali tappe nella diffusione dell’utilizzo degli NFT POAP in eventi dedicati al mondo crypto, ma molti altri esempi di successo sono seguiti.
Cresce continuamente il numero di summit e convegni dedicati al mondo blockchain che prevedono la distribuzione di POAP NFT all’ingresso, come una sorta di souvenir digitale dell’evento.
Tra questi ci sono, anzi, alcune tra le più famose conferenze a livello mondiale, come la Binance Blockchain Week o la Paris Blockchain Week.
E in Italia?
Forse ti stupirai: non soltanto abbiamo diversi casi di applicazione, ma i più celebri sono riusciti a portare lo strumento dei POAP fuori dal mondo crypto!
Hai probabilmente già letto o sentito parlare dei POAP creati, ad esempio, per l’edizione 2022 di Lucca Comics & Games, della novità 2023 di Casa Sanremo, con l’introduzione di un nuovo sistema di ticketing e l’utilizzo proprio di NFT POAP come pass di ingresso all’evento o, ancora, del POAP creato in occasione del grande Concerto romano del 1 maggio, che, collegato ad un’estrazione, ha dato ad alcuni spettatori la possibilità di accedere al backstage dell’evento ed incontrare gli artisti.
I POAP aprono anche le porte ad inedite modalità di connessione ed interazione all’interno delle community Web3.
Chi detiene il numero maggiore di NFT POAP all’interno di un gruppo può, ad esempio, accedere a privilegi riservati soltanto ai membri più attivi, quali un maggior potere di voto, la possibilità di far parte di un progetto DAO o l’incontro in esclusiva con i protagonisti di un evento.
Pensa anche, ad esempio, ai partecipanti ad un concerto che hanno riscattato il POAP dedicato e possono, dunque, tutti dimostrare di aver vissuto insieme la stessa esperienza: quel claim può valergli il diritto ad un invito o un biglietto speciale per un evento futuro.
Questo significa anche naturalmente, per un brand, avere la possibilità di creare intorno a sé una community virtuale sempre più solida, fidelizzata e attivamente coinvolta.
E significa anche, in un quadro più generale, favorire la definizione di dinamiche sociali completamente nuove, ibride, virtuali e reali insieme, basate su passioni comuni e sulla condivisione di esperienze e ricordi certificati.
Come abbiamo visto, la prima tappa nella vita di un POAP è la sua creazione attraverso lo smart contract ufficiale dell’omonimo protocollo.
Una volta che il POAP è stato mintato, però, come funzionano il suo rilascio e la sua distribuzione?
Ecco come funziona il claim di un POAP, in modo molto intuitivo, coinvolgente e divertente!
Solitamente gli organizzatori condividono un codice Qr, che i partecipanti devono semplicemente inquadrare con il proprio cellulare.
Fatto questo passaggio, si aprono due diverse modalità di riscatto.
Gli utenti possono accedere:
In un post di fine gennaio 2022, Vitalik Buterin, fondatore di Ethereum, riflette sulla natura degli NFT e sulla piccola rivoluzione che il concetto di POAP ha introdotto nella loro percezione.
E definisce i POAP come “NFT soulbound”, legati all’anima e alle esperienze di vita del loro proprietario, caratteristica che li rende estremamente difficili da trasferire.
Proprio questo aspetto li preserverebbe da quella logica “economica” oggi dominante nel mondo Web3, dove gli NFT rappresentano più ciò che possiamo acquistare e ottenere che non ciò che siamo, e li renderebbe, al contrario, lo strumento per costruire ecosistemi blockchain collaborativi e di reale coinvolgimento, interazione, condivisione tra individui.
Una prospettiva troppo romantica? A noi sembra assolutamente perfetta e promettente per l’evoluzione degli usi futuri della tecnologia blockchain!
E tu che ne pensi?